Diocesi di Saluzzo | San Chiaffredo e San Costanzo martiri Patroni della Diocesi

Uniti ai defunti nella preghiera

I primi due giorni di novembre offrono ai cristiani l’occasione di vivere il mistero pasquale. A Ognissanti, il colore liturgico è bianco, rimando alla luce della risurrezione, alla veste bianca del battesimo. Si cantano come la domenica il Gloria e l’Alleluia, le letture ci inseriscono nella speranza futura. Il giorno dopo il colore diventa viola, che è la tonalità dell’attesa. Il silenzio prende il posto del Gloria, in un invito più delicato al medesimo annuncio di vita.
Nell’intreccio di queste due celebrazioni, la Chiesa professa la sua fede più audace: la morte è vinta, la comunione è eterna, l’amore è più forte di ogni separazione. Vivere questi giorni nella verità significa lasciarsi plasmare dalla liturgia, perché essa ci educa alla speranza che non delude e ci prepara all’incontro definitivo con Colui che è «la risurrezione e la vita» (Gv 11,25).

Una memoria che attraversa i secoli
La festa di Ognissanti trova la sua genesi nella venerazione collettiva dei martiri nella Chiesa antica. La dedicazione del Pantheon nel 609 da parte di Bonifacio IV, trasformato da tempio a basilica, segna un passaggio simbolico: la città pagana diviene città di Dio. La fissazione al primo novembre, operata da Gregorio III nell’VIII secolo con la consacrazione di un oratorio in San Pietro, non è casuale: si colloca alle porte dell’inverno, quando la natura sembra morire, per proclamare che la vita dei santi fiorisce oltre ogni declino.
La Commemorazione dei defunti nasce nell’alveo della riforma cluniacense: sant’Odilone, nel 998, istituisce per i monasteri della sua obbedienza una giornata di preghiera per tutti i defunti. Questa prassi si universalizza rapidamente, integrando e trasfigurando antiche memorie ancestrali dei morti con la speranza cristiana della risurrezione.

La teologia dell’unica santità
«Vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente!» (Gv 3,1). La seconda lettura di Ognissanti proclama la dignità del battezzato: la santità non è una meta irraggiungibile, ma la vocazione di tutti coloro che seguono Cristo. E questa chiamata è sì alta, ma anche possibile.
La seconda lettura, infatti, ci aiuta a contemplare con l’Apocalisse la «moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua» (Ap 7,9).
Il Vangelo delle Beatitudini (Mt 5,1-12a) rivela il paradosso della santità cristiana: beati i poveri, i miti, gli affamati di giustizia, i perseguitati. La logica del Regno rovescia i criteri mondani e rivela che la vera beatitudine è già presente, in forma germinale, nella conformazione a Cristo povero e crocifisso.

I nostri defunti
Il giorno seguente, la liturgia dei defunti ci introduce nel mistero della purificazione finale. «Io so che il mio redentore è vivo e che, ultimo, si ergerà sulla polvere!» (Gb 19,25): il grido di Giobbe è professione di fede nella risurrezione della carne.
San Paolo, nella Lettera ai Romani, ancora più esplicitamente lega la nostra sorte futura al Battesimo: «Siamo stati sepolti insieme a lui nella morte affinché, come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova» (Rm 6,4).
La preghiera di suffragio si rivela come espressione della solidarietà che lega i viventi e i defunti, uniti nell’affetto minato dalla morte e in tensione verso ciò che ancora ci impedisce la piena comunione con Dio.

Come viverli nel quotidiano
Andare al cimitero in questi giorni è un pellegrinaggio dell’affetto. Un fiore, un cero acceso, un momento di silenzio: sono gesti che dicono più di tante parole. Raccontiamo ai bambini la storia di un santo, magari quello che porta il loro nome, per fargli scoprire che la santità è una storia possibile, fatta di scelte quotidiane. E poi, possiamo fare nostro l’invito a pregare per i defunti, in particolare partecipando alla Santa Messa in loro suffragio.

marco gallo

dal Corriere di Saluzzo del 30/10/2025

immagine di Vatican News: “Solennità di Ognissanti, la festa del cielo”

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