Nacque nel Delfinato, a Monte Mario, nel 1537. Scelse la vita religiosa aderendo all’ordine Benedettino. Perfezionò la sua cultura a Roma.
Fu direttore spirituale di Caterina de’ Medici, regina di Francia; divenne consigliere e predicatore presso quella corte sotto il regno di Enrico III. La particolare situazione politica del momento voleva che la vacante diocesi di Saluzzo venisse affidata ad un francese fedele alla famiglia reale.
Su proposta dei suddetti reali, il papa nominò, l’8 agosto del 1583, mons. Pichot vescovo di Saluzzo, che fece il suo ingresso il 16 novembre 1583.

Mons. Pichot, per poter maggiormente approfondire l’istruzione religiosa nelle famiglie, pubblicò un breve catechismo, raccomandandone vivamente la frequente lettura ad alta voce in casa ed in chiesa, affinché tutti, anche gli analfabeti, lo potessero capire ed imparare a memoria.
Da notare che a Saluzzo, con Bolla pontificia del 14 luglio 1583, venne eretta la Compagnia della misericordia, avente lo scopo di visitare i carcerati e di dare assistenza ai condannati a morte.
La chiesa diocesana ebbe non poco a soffrire per i gesti violenti e settari del maresciallo Bellegarde, Ruggero di Saint-Lory, a tal punto che il ministero pastorale del vescovo era ostacolato dall’imperversare degli ugonotti; per questo motivo egli favorì i Padri Gesuiti a stabilirsi a Casteldelfino onde poter affrontare con le missioni al popolo il dilagare dell’eresia.
Mons. Pichot, nell’anno 1584, intraprese personalmente la visita pastorale, iniziandola dalla cattedrale e continuando poi nella zona della Langhe, Carmagnola, Val Maira, Val Varaita e Val Grana; successivamente conferì ad alcuni sacerdoti i compiti di convisitatori e fece loro proseguire la visita pastorale in sua vece.
Con decreto vescovile, nel 1585, stabilì la festa patronale di San Chiaffredo al 7 settembre per il santuario omonimo in Crissolo e al 1° settembre come festa liturgica per tutta la diocesi.
Nel 1593, il duca di Savoia Carlo Emanuele I, che nel 1588 era subentrato nel dominio del Marchesato, su istanza del vescovo, prescrisse che le reliquie di San Chiaffredo fossero trasportate in un luogo più sicuro e precisamente nella roccaforte di Revello.
Nel 1589 il duca, occupata Saluzzo, ne prese ufficialmente possesso. In detta circostanza Mons. Pichot, strenuo difensore dei diritti religiosi e civili, gli presentò un memoriale di ventotto articoli riguardanti appunto la difesa della religione, la conservazione dei beni ecclesiastici e l’immunità ecclesiastica.
Le traversie politiche e i malumori createsi nel Marchesato con l’occupazione da parte del duca di Savoia, spinsero quest’ultimo a perorare la destituzione del vescovo, relazionando alla Sede Apostolica come questi fosse un uomo remissivo, stanco e malato. Tuttavia la bontà e la prudenza che lo caratterizzavano, ebbero il sopravvento.
Morì il 7 luglio del 1597 e fu sepolto in cattedrale.