Discendente da nobile famiglia milanese, nacque il 5 luglio del 1495 ad Arona; ebbe spiccate qualità morali accompagnate da solida dottrina. Fu un insigne giurista.
Espletò incarichi molto importanti presso il re Carlo V sia in Italia che in Spagna.
Nell’anno 1537 fu nominato governatore di Roma.
Il papa Paolo III lo nominò vescovo di San Sepolcro il 24 marzo 1539 e nel 1542 svolse il mandato di vicario generale di Roma.
Per la molteplicità e varietà degli incarichi di fiducia conferitigli dal papa, ebbe la possibilità di conoscere e di stringere amicizia con uomini illustri dell’epoca.
Fu in stretta collaborazione di intenti con il Ghisleri che divenne papa con il nome di Pio V e con Ignazio di Loiola (fondatore della congregazione dei Gesuiti) con il quale condivise l’amicizia e gli interessi divenendo sostenitore e difensore della suddetta congregazione.
Mons. Archinto, nel 1546, fu trasferito alla sede vescovile di Saluzzo. Durante gli anni del suo episcopato prese parte al Concilio di Trento del 1547 di cui fu un intraprendente e tenace sostenitore.
Nell’anno 1546 tenne il sinodo diocesano e un anno dopo iniziò la sua prima visita pastorale alla diocesi.
Va ricordato come nel settembre del 1548 il marchesato di Saluzzo iniziasse il suo lento tramonto, passando sotto l’autorità francese con l’ingresso in città del re Enrico II che ricevette, nei pressi di Porta Vacca, le chiavi di Saluzzo dai maggiorenti del marchesato.
In questo periodo il papa Giulio III inviò mons. Archinto a Venezia in qualità di nunzio. A causa delle molteplici incombenze che lo tenevano lontano da Saluzzo, si avvalse per l’amministrazione della diocesi, della collaborazione del vicario generale, Silvestro Tapparelli dei signori di Lagnasco.
Durante la nunziatura, il papa Paolo IV, a significare i meriti che il vescovo aveva, lo nominò arcivescovo di Milano con bolla pontificia del 1556. Questa nomina venne accolta con entusiasmo dai milanesi.
Archinto, per le molteplici vicende politiche, fu consigliato dal governatore di Milano di posticipare il suo ingresso in città; perciò l’arcivescovo attese a Bergamo, in quel periodo sede vacante e quivi esercitò il ministero pastorale.
Morì a Bergamo il 21 giugno 1558, manifestando il desiderio di essere sepolto a Milano.
Durante l’episcopato di San Carlo Borromeo, i suoi resti mortali trovarono definitiva tumulazione nel duomo di Milano, dinnanzi all’altare di S.ta Caterina da Siena, ove gli Archinto ebbero la tomba di famiglia.
Sopra il sepolcro fu eretto un busto di marmo raffigurante l’arcivescovo con l’epigrafe Corde gravis, linguaque potens, iurisque peritus Trascit ed antiqua nobilitate genus Pontificisque vices Romama gessit in aula Legatique hiuq Veneta munus in urbe obiit Obit anno 1558. Kal Yubii aet. suae 63 di cuore aperto e sensibile, facondo nel parlare, dottore in diritto, discendente da antica nobiltà, fu legato pontificio nell’assise del Concilio di Trento e morì nella città Veneta (Bergamo).