Nacque a Pagnano di Merate, archidiocesi di Milano e provincia di Como, il 24 gennaio 1913.
Dopo aver perfezionato gli studi a Roma, fu ordinato sacerdote dal card. Schuster a Milano il 5 aprile 1936.
Destinato al collegio arcivescovile di S. Carlo in Milano, con animo di padre e autorevole prestigio, formò intellettualmente i chierici teologi dell’archidiocesi milanese.
Nel 1948 fu nominato parroco della chiesa di S. Giovanni Battista in Motta Visconti. In quella parrocchia della bassa milanese, deposta la veste di insegnante, con grande umiltà si mise a disposizione di tutti. Con stile di vita umile e semplice, fu attivo non solo in campo religioso, ma anche in diverse iniziative che avviò, specialmente nel settore socio-culturale.
Durante l’esperienza della pastorale parrocchiale, nel 1955 lo raggiunse la nomina a rettore del collegio milanese di S. Carlo, ove svolse con generosità il prezioso e delicato incarico.
Il 15 maggio del 1960 fu nominato vescovo di Todi, dal papa Giovanni XXIII e consacrato dal card. G. B. Montini il 25 giugno nella chiesa di S.ta Maria delle Grazie, in Milano. Per circa sei anni svolse il ministro episcopale nella diocesi di Todi.
Il 1° ottobre 1967, fu chiamato a Roma con l’incarico di Rettore del Pontificio Seminario Lombardo dei SS. Ambrogio e Carlo.
Il 19 giugno 1969, fu nominato amministratore apostolico della diocesi di Saluzzo a fianco di mons. Lanzo.
La diocesi accolse, con esultanza, la notizia e si preparò a riceverlo.
Mons. Fustella iniziò il suo servizio episcopale come amministratore apostolico della Diocesi il 13 settembre. La cronaca di quel giorno riferisce: “… Mons. Fustella, accompagnato da oltre un centinaio di parroci e sacerdoti, dal Capitolo della Cattedrale, ha percorso le vie dall’episcopato al Duomo. Sulla porta della Cattedrale, Mons. Fustella è stato ossequiato dal Vescovo Mons. Lanzo e dalle autorità civili. Fatto l’ingresso in Cattedrale, prima della Messa l’arcidiacono mons. Vanzetti ha letto la bolla pontificia di nomina rivolgendo all’amministratore parole di benvenuto. La celebrazione si è svolta in un clima di religiosità e cordialità…”.
Mons. Fustella resse la diocesi con generosità e umiltà, dapprima al fianco di mons. Lanzo e poi, dal 1969, come vescovo residenziale.
Alla fine del 1969, scriveva queste riflessioni ai sacerdoti: “… desideravo conoscervi, salutarvi e manifestarvi il mio affetto e ascoltare da voi alcune attese. Vi ho incontrati e tali incontri hanno messo in luce:

  1. L’abbondanza del clero in diocesi, specie se si tiene presente il rapporto della popolazione tra clero e fedeli anche in diocesi della stessa Italia.
  2. Il provvidenziale persistere di una pratica religiosa piuttosto buona, anche nei giovani, accanto al deterioramento non poco preoccupante della vita morale, almeno nelle sue manifestazioni esteriori.
  3. Lo spopolamento nelle parrocchie delle vallate, con il progressivo invecchiamento delle popolazioni rimaste e l’accentuata difficoltà per i giovani ad accasarsi in luogo.
  4. La rapidissima trasformazione dei centri di pianura e collina da rurali ad industrializzati.

Suggerirei:

  1. Più razionale distribuzione del clero, concentrandolo magari in alcuni presbiteri volontari…
  2. Una più attenta e costante pastorale per il ceto operaio, per la gioventù e le famiglie.
  3. Una appassionata e convinta ricerca per una pastorale diocesana globale e programmatica, con particolare riguardo alla liturgia, alla catechesi, alla famiglia”.

Attento e preoccupato per la vita diocesana, ancora nel 1970 puntualizzava alcune fondamentali esigenze diocesane:

  1. Una più oculata distribuzione del clero in diocesi.
  2. La costituzione di presbitèri.
  3. Tentare la perequazione economica del clero. “Ogni attuazione – scriverà – implica però, ed è qui il vero nodo da sciogliere, la decisa e costruttiva partecipazione di tutti, ciascuno al suo posto e secondo la propria grazia”.

All’inizio del 1970, la diocesi di Saluzzo contava:

Una popolazione diocesana di circa 100.000 abitanti, avente un sacerdote ogni 500 persone circa.
Dal 12 al 17 settembre 1970, partecipò a Lourdes al pellegrinaggio diocesano.
Il 28 novembre 1971 il vescovo iniziò in cattedrale la sua prima visita pastorale terminata nella parrocchia di S. Giacomo di Bellino il 16 novembre 1975.
Nel bollettino ufficiale della diocesi – marzo, aprile 1976 – darà ampia relazione della visita pastorale, relazionando in merito alla vita spirituale-sociale della diocesi.
Invitò sempre alla preghiera, alla devozione mariana, al SS. Sacramento.
Celebrandosi il centenario del B. Ancina ed essendo stati ricomposti i resti mortali del beato in una nuova urna collocata all’altare a lui dedicato in cattedrale, mons. Fustella invitò il clero e la diocesi alla preghiera e alla confidenza con il beato: “pastore zelantissimo, … auspicando che in città come nelle parrocchie si ripristinasse la festa del beato”.
Con realismo e sofferenza egli scrisse nel 1974: “… dal settembre ’69, quando cioè giunsi in mezzo a voi, ad oggi, il nostro clero ha avuto un sensibile calo. Sono morti trenta sacerdoti, sette hanno lasciato le nostre fila, cinque sono passati a ministeri in altre diocesi, due partiti per le missioni, un terzo si prepara a partire, cinque a riposo per limiti d’età o per salute.
La somma è significativa, specie se raffrontata con i sacerdoti ordinati in questo spazio di anni: dodici, …”.
Nel maggio 1977 intraprese la seconda visita pastorale.
Indisse l’anno mariano diocesano 1984 – 1985, annunziato a Valmala nell’agosto 1983 e iniziato il 5 agosto 1984, concluso a Valmala la domenica del 18 agosto 1985.
Il 17 gennaio 1983, nell’indire la terza visita pastorale alle parrocchie e alle istituzioni della diocesi saluzzese scriveva: “sono preso da due pensieri:

Nel Cinquantesimo anniversario della sua ordinazione sacerdotale e 25mo di ordinazione episcopale, il 25 giugno 1985 alle ore 21 in Cattedrale, Sacerdoti, autorità e popolo si unirono alla sua preghiera di ringraziamento. Durante la celebrazione i sacerdoti offrirono a mons. Fustella: “come piccolo segno di amore e stima, un calice, perché nella celebrazione della Messa, il vescovo li avesse sempre presenti al suo cuore di pastore”.
Con sentimenti cordiali e fraterni ringraziò tutti esprimendo il desiderio che il significativo dono rimanesse a suo ricordo alla chiesa cattedrale.
In oltre sedici anni di episcopato, la diocesi ha potuto apprezzare la sua grande fede, il suo amore per la dottrina cristiana, il suo insistente ma discreto richiamo all’attuazione del Concilio Vaticano II.
Mons. Maggioni, vescovo di Alessandria, suo amico e compagno di studi diceva: “Mons. Fustella è un armadio… non avrà belle ante, ma se lo apri, vi troverai un tesoro di bontà e di scienza”
Mercoledì 5 febbraio 1986, alle ore 11.45, mons. Fustella fu colpito da infarto cardiaco improvvisamente e si incontrò per sempre con il Signore.
I suoi funerali, celebrati dal card. Anastasio Ballestrero, con la partecipazione dei Vescovi della regione, si svolsero fra la commozione generale.
Le sue spoglie riposano nella cripta dei vescovi in cattedrale.

S. Ordinazioni conferite da Mons. Fustella

Ha conferito 23 ordinazioni sacerdotali a:

  Dette ordinazioni furono conferite: