Il 24 dicembre prossimo, alle ore 19 nella Basilica di San Pietro, Papa Francesco aprirà ufficialmente il nuovo Anno Santo 2025. In quella occasione ci sarà l’apertura della Porta Santa, che dà simbolicamente il via al Giubileo della Chiesa universale, la cui conclusione è fissata per il giorno dell’Epifania, 6 gennaio 2026. “Pellegrini di speranza” è il titolo scelto per il Giubileo 2025.
A livello locale l’apertura dell’Anno Giubilare in Diocesi avrà luogo con una solenne celebrazione domenica 29 dicembre 2024.
Come si prepara la comunità diocesana di Saluzzo a vivere il grande evento dell’Anno Santo 2025? Lo abbiamo chiesto a don Marco Tallone, delegato diocesano per il Giubileo.
«Il giubileo è occasione di riscoperta personale dell’amicizia con il Signore Gesù e con i fratelli.
Le novità, a volte, possono spaventare perché chiedono di fidarsi di qualcosa che non è ben noto e sperimentato, ma al tempo stesso possono diventare una bella occasione per far rientrare la luce e l’aria fresca in quelle stanze della nostra vita che sono rimaste chiuse per troppo tempo. Addirittura in queste situazioni può scattare una molla che produce grandi cambiamenti nel cuore e nella vita intera. Il Giubileo in particolare permette ai pellegrini di fare una grande esperienza di accoglienza da parte del cuore di Dio attraverso i gesti che vengono proposti. La Porta Santa, attraversata con calma e con cuore limpido, è esperienza di accoglienza in casa da parte di Dio Padre. Tutte le attività che il gruppo dei pellegrini vive a corollario, intendono avvalorare questa esperienza. Il camminare insieme nella condivisione, la confessione, la comunione eucaristica, la riscoperta della carità autentica verso i poveri, diventano tasselli che compongono un quadro di profondo cambiamento interiore.
Mette un tempo di pausa e di riflessione prima di riprendere il cammino. Il nostro mondo corre sempre più veloce e noi abbiamo la sensazione che se ci fermiamo saremo lasciati indietro. Decidere di fermarsi significa mettere un freno a questo senso di ansia che ci pervade e ci rovina. Fermarsi significa poi anche trovare la forza di rimettere insieme le parti della nostra vita che vanno riconciliate e che hanno bisogno di ritrovare la pace. Il punto è che occorrono delle occasioni per fare tutto ciò, perché la nostra buona volontà può non bastare da sola. Il prossimo anno la Chiesa ci invita e ci accompagna in questo percorso e noi possiamo davvero farne tesoro.
Permette alle nostre comunità di scoprire energie nuove. In questi anni in parrocchia, sia con i ragazzi che con i grandi ho notato che tutti i grandi eventi hanno lasciato un piccolo segno per le nostre comunità. A volte ne ha giovato il gruppo animatori, in altre occasioni è nata una nuova realtà giovanile. Sempre si sono creati dei rapporti di amicizia più forti e vivaci, che poi si sono riversati nel quotidiano e gli hanno offerto nuovo smalto. Avere tempo per parlare con serenità è diventato oggi un privilegio. Scoprire poi che tantissimi fratelli sparsi nel mondo vivono le nostre stesse esperienze ci aiuta a non sentirci soli e ci dona entusiasmo. Sono convinto che anche in questa occasione le nostre parrocchie potranno gioire dei frutti che il Giubileo può regalare, sia per i più giovani, sia per i grandi.
Possiamo fare qualcosa per incentivare la partecipazione dei ragazzi e dei giovani. Anzitutto possiamo creare un clima positivo e coinvolgente e in secondo luogo possiamo proporre con fantasia delle iniziative di preparazione e di finanziamento. È importante partire con un cuore motivato e coinvolto. Se un gruppo di amici parte con entusiasmo, certamente ciò è una cosa molto bella. Se poi il gruppo riesce a fermarsi, a discutere e a riflettere, ciò diventa davvero ottimo. Ringrazio le persone che si stanno impegnando a fondo perché i pellegrinaggi a Roma del prossimo anno possano essere una grande occasione per la nostra Chiesa di Saluzzo».
don Marco Tallone
delegato diocesano per il giubileo 2025
sul Corriere di Saluzzo del 12/12/2024