Nato il 21 giugno 1885 a Caraglio (Cn) nell’età scolare fu assiduo frequentatore della chiesa dei Cappuccini. Attratto dall’amabilità dei venerandi Padri, in particolar modo da Padre Angiolo Domenico, nel 1897 entrò come alunno nel collegio Serafico di Sommariva Bosco. Compì gli studi ginnasiali con la più viva soddisfazione dei superiori e, appena sedicenne, venne dichiarato idoneo a seguire la vocazione francescana.
Nel 1901 fu accolto nel convento del noviziato a Racconigi. Compiuto l’anno di prova, emise i voti religiosi che lo aggregavano definitivamente alla grande famiglia dei frati minori Cappuccini, con il nome di Egidio.
Espletati gli studi filosofici e teologici, fu ordinato sacerdote a Torino, nella chiesa dell’Arcivescovado dal card. Richelmy, il 22 settembre 1909.
Destinato al convento del Sacro Monte a Torino, completò gli studi teologici e pastorali, svolgendo contemporaneamente l’incarico di segretario del padre provinciale del Piemonte, Angelico da None.
Padre Egidio, soddisfatto di appartenere ad un ordine religioso che, sulle orme di San Francesco d’Assisi, da secoli svolgeva l’apostolato anche in Africa, spronato dagli esempi dei confratelli, manifestò ai superiori il desiderio di andare in terra africana.
A quell’epoca i Cappuccini piemontesi non avevano colà una propria missione e stante l’esiguo numero di religiosi, la sua domanda non fu accolta.
Nel 1911, il padre Pacifico da Seggiano, ministro Generale dell’ordine dei Cappuccini, incontrò il padre provinciale del Piemonte e gli manifestò il desiderio di avere due suoi frati nella missione dei cappuccini lombardi in Eritrea.
Il padre Angelico (che sarà poi per trent’anni missionario in Africa) propose al padre generale il nome del suo segretario, padre Egidio da Caraglio che, sulle prime, ne fu meravigliato (come lasciò scritto lo stesso padre Angelico in alcune scarne note personali) ma accettò volentieri. “Conoscevo l’uomo e sapevo con quanta tranquillità potevo presentarlo al padre generale e ai confratelli lombardi, sicuro di poter fare bella figura”. Padre Egidio sbarcò a Massaua con cinque confratelli lombardi, l’8 dicembre 1911. Nelle sue memorie scriveva: “Mi parve di porre piede su d’un suolo sacro… la vista di quella città marittima, con i suoi bianchi edifici orientali scintillanti al sole meridiano, animata e chiassosa, mi fece un’impressione ben diversa da quanto sino allora avevo sentito o letto del continente nero… ma la realtà fu tanto ben diversa come constatai il giorno stesso proseguendo il viaggio verso l’altopiano”. Padre Egidio poco dopo fu nominato superiore a Massaua ove ebbe la gioia di dare il benvenuto al neo missionario padre Angelico, nel 1914, suo superiore al S. Monte di Torino.
In seguito fu ad Adi Ugri – Adi Caiek – Assab adattandosi a svolgere qualsiasi ruolo: catechista, medico, insegnante, ma specialmente instancabile sacerdote che amava quelle popolazioni e dalle quali fu a sua volta amato.
Dove padre Egidio lavorò con maggior fecondità ed efficacia, fu nel seminario indigeno di Cheren.
Dalle esperienze maturate fra quei seminaristi, la Santa Sede realizzò il progetto del Collegio Etiopico a Roma per i seminari africani, affidato da Pio XI ai Cappuccini.
Le dure condizioni africane e le ripetute ricadute di febbre malarica logorarono la robusta fibra di P. Egidio, che dovette tornare in Italia per un periodo di riposo.
Nel frattempo i superiori lo destinarono a Roma presso la Casa Generale dell’Ordine con l’incarico di prosegretario generale per le missioni, dove esplicò preziose doti di organizzatore e di amministratore, conoscendo per esperienza personale le molteplici difficoltà che si incontravano nell’apostolato missionario.
Fu richiamato in Piemonte dai superiori per reggere la parrocchia di Madonna di Campagna alla periferia di Torino, dove iniziò il ministero parrocchiale il 24 giugno 1923.
In questo nuovo incarico profuse il meglio di se stesso per 17 anni.
Quando il cardinale Enrico Sibilia, Vescovo della diocesi suburbicaria di Poggio Mirteto domandò al Papa la collaborazione di un vescovo ausiliare, espresse il desiderio che fosse: un religioso, missionario e parroco. La scelta cadde su padre Egidio da Caraglio.
Mons. Lanzo fu nominato vescovo titolare di Tiberiade e ausiliare del card. Sibilia da Pio XII il 10 agosto 1940.
Per concessione della Santa Sede ricevette la consacrazione episcopale nella parrocchia di Madonna di Campagna la domenica del 22 settembre 1940, dall’arcivescovo di Torino, card. Fossati e dai vescovi mons. Celestino Cattaneo e mons. Gianoli. Nel mese di ottobre, accompagnato dal card. Sibilia fece il suo ingresso a Magliano Sabina.
Profondamente addolorato visse la notizia della morte del parroco suo successore a Madonna di Campagna in Torino e di altri quattro frati Cappuccini, rimasti vittime sotto le macerie della chiesa parrocchiale rasa al suolo in seguito all’incursione aerea del 9 dicembre 1941.
Il 26 gennaio 1943 Pio XII nominò mons. Lanzo alla sede vescovile di Saluzzo, resasi vacante per la morte del Ven. Mons. Oberti.
Il Vescovo fece il suo solenne ingresso in diocesi la domenica del 18 aprile 1943, festa delle Palme.
La cronaca di quel giorno è ricordata dal vicario generale mons. Allemandi: “Una giornata così imponente e trionfale a memoria d’uomo nessuno a Saluzzo l’aveva vista prima.
A trovare un raffronto bisogna ripensare alle moltitudini, alle turbe osannanti intorno al re della pace per le vie di Gerusalemme, le folle osannanti delle pagine manzoniane incontro al card. Borromeo, i saluzzesi del Seicento all’ingresso del beato Ancina,…”.
Mons. Lanzo iniziò il suo episcopato saluzzese nel momento più critico per l’Italia, che si trovava esposta alle insidie della parti avverse, sia dalla prepotenza tedesca, che della durezza della resistenza.
Tuttavia seppe operare con pazienza e coraggio, mettendo prestigio e zelo sacerdotale al di sopra della contingenza politica, riuscendo ad imporre la sua mediazione in momenti critici, come quando intervenne in difesa degli ostaggi prigionieri nel castello di Scarnafigi.
Furono mesi – scriveva mons. Lanzo – “di trepidazione, di minacce, d’angoscia e di pericoli”. Il proclama tedesco “ferro e fuoco” entrò subito in azione. Le prime vittime caddero a Ceretto, a Dronero, a Villar Bagnolo, seguite da molte altre in luoghi e tempi diversi. Arresti, deportazioni, esecuzioni, depredazioni, ostaggi erano all’ordine del giorno. Le parrocchie di Barge, Martiniana, Sanfront, Paesana, Venasca, Rossana, Cartignano, San Damiano Macra ebbero la prova del fuoco; le altre sentirono tutte, in una misura diversa, il peso di tante calamità. Preoccupatissimo nel 1944 scriveva ai diocesani: “… gli angosciosi fatti che turbarono la vita della diocesi nei giorni scorsi, si ripercossero nell’animo mio con ferita straziante. Però vi scongiuro, figli dilettissimi, per la carità di Gesù Cristo a non aggravare oltre la delicata situazione attuale, con atteggiamenti inconsulti o azioni imprudenti… Raccolgo le lacrime di tutti i sofferenti e le offro a Dio in espiazione universale per questa povera umanità provata da tante sventure, imploro per i defunti pace e riposo in Cristo”.
Unitamente al Vescovo i parroci e sacerdoti della diocesi diedero con ammirevole disinteresse il meglio di loro stessi. Mons. Lanzo fu in quegli anni turbinosi il “defensor dei suoi” sacerdoti o laici, senza differenze di parte, qualora si trovassero in pericolo. Quando il suo intervento non fu più sufficiente, non esitò a ricorrere al Card. Fossati di Torino, riuscendo all’ultimo istante a salvare un gruppo di sacerdoti e laici destinati alla fucilazione. A fine maggio 1944, il Vescovo indirizzò alla Comunità diocesana l’invito alla preghiera per ottenere l’intercessione di Maria SS. ma, facendo voto alla Madonna Madre di Misericordia, di un pellegrinaggio diocesano al Santuario di Valmala, promettendo l’offerta di una corona d’oro e della solenne consacrazione a Maria Regina della diocesi e la solenne incoronazione. Scriveva: “Santuario venerabile! Ha un linguaggio che parla ad ogni cuore! Ricordo quando, giovane Cappuccino, vi entrai per la prima volta, salendovi da Busca, coi compagni di studio nel 1904. Quarant’anni dopo il 1944 vi salgo non più da Busca, ma da Saluzzo. Con commozione e gratitudine infinita mi prostrai al suo altare, riconoscendo come la Madre di Misericordia “tenuit manum meam et in voluntate sua deduxit me” (mi tenne per mano e mi condusse secondo la sua volontà)”. Il voto verrà concretizzato Domenica 4 agosto 1946 al Santuario di Valmala con la celebrazione della Santa Messa presieduta da Mons. Lanzo con l’assistenza di Mons. Giacomo Rosso, vescovo di Cuneo, e Mons. Dionisio Borra, vescovo di Fossano.
L’ultima settimana di Agosto del 1943 Mons. Lanzo fu a Roma in udienza dal Papa Pio XII e ancora il 4 ottobre 1946, al compiersi della “visita ad limina” relazionando presso le competenti Congregazioni la situazione della Diocesi; così pure con Giovanni XXIII.
Mons. Lanzo ritornava spesso nelle sue esortazioni omieletiche e negli scritti alla devozione mariana e al Sacramento Eucaristico. Nella lettera pastorale per la quaresima 1948 indicendo il primo Congresso Eucaristico diocesano che si sarebbe svolto a Revello, dal 17 al 22 agosto, raccomandava le opere che potevano favorire il culto e la devozione a Gesù Sacramentato e cioè: la adorazione al SS. mo, le Lampade Viventi, la partecipazione alle processioni eucaristiche con il piccolo clero, il servizio all’opera per le chiese povere nel preparare arredi e paramenti liturgici. Un secondo Congresso Eucaristico diocesano fu tenuto a Busca dal 18 al 22 settembre 1963 sul tema “Santificate il giorno del Signore”. Non potendosi più conservare tutta l’imponente celebrazione del tradizionale “Martedì Santo” in Saluzzo, si adoperò affinché questa giornata fosse vissuta dalla chiesa cattedrale, dai borghi della città e dalle istituzioni con una continuata adorazione al SS.mo Sacramento solennemente esposto.
Facendo suoi gli insegnamenti pontifici e dei vescovi predecessori, Mons. Lanzo diede rinnovato impulso all’apostolato liturgico. Nel 1946, dal 26 al 29 settembre, si tenne in Saluzzo il terzo congresso Ceciliano piemontese di musica sacra. I documenti pontifici concernenti la Sacra Liturgia, nonché le encicliche “Mistici Corporis” e “Mediator Dei” per desiderio del Vescovo furono oggetto di particolari giornate di studio. Preparati maestri furono: Mons. Carlo Rossi, vescovo di Biella, Mons. Parodi, vescovo di Savona, Don Moretti di Mondovì, l’abate Cignitti di Finalpia, Padre Profili, minore francescano. Per il 50mo di ordinazione Sacerdotale si tenne una settimana liturgica a carattere cittadino e diocesano.
La diocesi accolse e visse con entusiasmo la “Peregrinatio Mariae”, iniziata il 19 marzo 1949 in cattedrale e conclusa con il Congresso mariano diocesano dal 28 al 31 luglio che vide apprezzati maestri Mons. Ossola vescovo di Novara, Mons. Angrisani vescovo di Casale, Mons. Giovanni Lardone.
A ricordo di tanta vissuta pietà mariana venne eretta una statua di Maria, madre di Misericordia, sul piazzale del Santuario di Valmala. Mons. Lanzo unitamente al capitolo volle dare degna sistemazione alla Cripta dei Vescovi in Cattedrale. Nel 1962 venne sistemata una nuova porta di ingresso. Fu pure eretto un altarino in marmo che ha per icona un mosaico raffigurante il Cristo in croce con la Madonna e S. Giovanni.
Il mosaico fu eseguito in Vaticano dal Pontificio Istituto dei restauri. Nello sfondo dell’altare vi sono le insegne di Mons. Lanzo che offrì il mosaico. Una lapide marmorea ricorda: Sepulcrum hoc renovatum/antistitum in ipso quiescentium/exuris/debita pietate compositis/Aegidius A. Lanzo o.m.c. episcopus salutiarum/benedixit/et altare crucifixi effigie/musiva opera decoratum/solenm iter ritu sacravit/die 12 aprilis A. D. 1962 .
Il vescovo nel benedire i lavori così si espresse: “I sacri pastori che coltivarono questo fertile campo evangelico, sono degni per altezza di virtù e di meriti d’essere comparati ai servi fedeli del Signore, elogiati dalla Bibbia, sia nel Vecchio come nel Nuovo Testamento… Non è possibile dire dei singoli le virtù pastorali, le opere compiute, le pene, i sacrifici sostenuti con zelo apostolico… Nonostante il male dilagante e pur doveroso riconoscere che nelle nostre care diocesi, vi è ancora sentimento religioso, tanto bene… di questo dobbiamo anzitutto dare gloria a Dio, ma anche lode e onore ai Vescovi del tempo e del clero, cui dobbiamo riconoscenza e benedizione”.
Nel maggio 1950 presiedette il pellegrinaggio diocesano a Roma per il Giubileo dell’Anno Santo, così pure prese parte nella Solennità di Tutti i Santi 1° Novembre dello stesso anno alla proclamazione del dogma di Maria SS. ma, Assunta in cielo.
La Domenica 11 ottobre 1959 celebrò solennemente il 50mo di Sacerdozio e 20mo di Consacrazione episcopale con la partecipazione corale delle diocesi. Alla S. Messa giubilare erano presenti, in rappresentanza del Card. arcivescovo Fossati e dell’episcopato piemontese i Vescovi: Mons. Sebastiano Briacca di Mondovì, e Mons. Giuseppe Garneri di Susa, che tenne il discorso commemorativo, evidenziando la missione del Vescovo e dando lettura di una lettera autografa inviata dal papa Giovanni XXIII in cui si tributava l’attestato solenne del plauso e della benevolenza.
Per la duplice ricorrenza giubilare il Sindaco di Saluzzo dott. Carlo Ruatta, a nome della città, offrì a Mons. Lanzo una medaglia coniata in oro. Nella chiesa Cattedrale per questa circostanza furono rifatti i banchi della Cappella del SS.mo Sacramento e, su disegno dell’architetto Dellapiana, fu anche rifatto il pavimento in ricchi marmi policromi.
Una attenzione particolare ebbe sempre per il Clero e per i Seminari; affinché i sacerdoti fossero sempre all’altezza del suo compito, Mons. Lanzo caldamente esortò all’aggiornamento teologico, alla pratica del ritiro mensile e degli esercizi spirituali. Scriveva: “…fra le cure pastorali è senza dubbio, al pensiero come nel cuore del Vescovo, quella del Seminario, dove si prepara silenziosamente l’avvenire della diocesi… Mirando all’avvenire e considerando gli eventi, appare chiaro che occorre intensificare l’apostolato per mantenere le vocazioni conquistate dai nostri antecessori. Se diminuisce il numero dei seminaristi, diminuiranno di conseguenza, in un più o meno prossimo domani, le forze vive ed operanti del ministero sacerdotale. Questo pensiero è preoccupante e chiama tutti a collaborare per procurare, custodire e aiutare le vocazioni (1944)”.
Ai seminari diede qualificati sacerdoti e volle che gli insegnanti del Seminario maggiore conseguissero tutti il dottorato. Per rendere il locale sempre più accogliente realizzò nonostante le scarse possibilità finanziarie, diverse migliorie e abbellimenti. Caldeggiò l’opera delle vocazioni e la giornata del Seminario onde assicurare al Seminario un aiuto concreto e la possibilità di farlo conoscere e amare. Anche l’Azione Cattolica, le Missioni e la stampa ricevettero dal Vescovo una salutare spinta in larghezza e profondità; e la nostra diocesi, già in quegli anni, si classificò tra le prime del Piemonte per le offerte alle opere missionarie facendo onore al suo Vescovo missionario.
La sintesi delle premure di Mons. Vescovo per il Clero e la Diocesi è contenuta nel Sinodo Diocesano che si tenne a Saluzzo nel settembre 1953.
Il 30 settembre 1957 guidò il pellegrinaggio diocesano ad Assisi per rendere omaggio a S. Francesco e offrire l’olio per la lampada votiva. Negli anni ’60 invitato dai Padri Cappuccini, fu a S. Giovanni Rotondo per la solenne inaugurazione del grandioso ospedale “Casa della Sofferenza” voluto dal suo confratello P. Pio da Pietralcina (ora Beato) con il quale si intrattenne in riservato incontro (le fotografie scattate durante le celebrazioni lo ricordano).
Esemplarmente visse ed esortò la diocesi alla preghiera per la positiva ed efficace riuscita dal Concilio Vaticano II, indetto da papa Giovanni XXIII, che Mons. Lanzo, nella primavera del 1961 ebbe la gioia di incontrare in cordiale colloquio in occasione della “visita ad limina”. Nell’ottobre 1963 la sera prima di partire per Roma e partecipare all’inizio del Varicano II, Mons. Lanzo presiedette una sacra funzione in Cattedrale con la partecipazione delle autorità cittadine e delle parrocchie, ricevendo poi sul piazzale del duomo il saluto ufficiale. Per motivi di salute dovette sospendere la sua presenza di padre conciliare e rientrò in diocesi.
Con grande commozione il 22 settembre 1965 celebrò con la partecipazione del clero e autorità il 25mo di ordinazione episcopale. Il papa Paolo VI in quella circostanza gli inviò una lettera di caloroso compiacimento, incaricando il card. Fossati di partecipargli la nomina pontificia di “Assistente al Soglio Pontificio”.
Preoccupato di non poter adeguatamente reggere la diocesi secondo le esigenze che stavano maturando e a causa della malferma salute, tenuto conto delle disposizioni emanate dalla Santa Sede in merito all’età dei Vescovi, domandò di essere esonerato dalla guida della Diocesi. Il 7 gennaio 1967 la Congregazione dei Vescovi (allora chiamata concistoriale) nominava Amministratore Apostolico “sede plena” della diocesi di Saluzzo Mons. Guido Tonetti, Arcivescovo – vescovo di Cuneo, al quale il 19 giugno 1969 succedette Mons. Antonio Fustella.
Mons. Lanzo silenziosamente seguiva ed offriva al Signore le sue pene, nonché la sofferenza che gli provocava la inquietudine ed il malessere serpeggiante tra i fedeli e nel clero, la preoccupante scarsità delle vocazioni e connessi problemi. Mai però intervenne, lasciando all’Amministratore Diocesano ampia guida pastorale. Anche da Vescovo visse come i suoi primi trent’anni lo spirito e la povertà di religioso figlio di S. Francesco d’Assisi.
Mons. Lanzo, segnato dalle sofferenze, confortato dall’assistenza di persone generose tra le quali le suore del Cottolengo, Mons. Fustella, amministratore Apostolico e dai sacerdoti suoi collaboratori, morì il 20 gennaio 1973.
I suoi funerali celebrati dal Card. Michele Pellegrino, con la partecipazione di tutti i Vescovi delle Regione piemontese, del capitolo della Cattedrale, dei parroci, sacerdoti ordini religiosi, autorità, associazioni e cittadini di ogni ceto.
Fu sepolto nella cripta dei Vescovi in cattedrale.
Ha conferito n. 299 ordinazioni sacerdotali a
- n. 128 Sacerdoti diocesani
- n. 72 Padri Minori Cappuccini
- n. 36 Sacerdoti Salesiani
- n. 40 Padri Servi di Maria
- n. 10 Padri Dottrinari
- n. 12 Padri Missionari di S. Vincenzo
- n. 1 frate minore francescano.
Le sacre ordinazioni furono conferite:
- n. 146 nella Chiesa Cattedrale
- n. 79 nella Cappella del Seminario S. Nicola
- n. 11 nella Cappella del Vescovado
- n. 36 nella Cappella dell’Istituto Salesiano di Bagnolo P.te
- n. 1 nella chiesa collegio S. Vincenzo a Scarnafigi
- n. 9 nella chiesa parrocchiale di Busca
- n. 2 nella chiesa di S. Bernardo in Saluzzo
- n. 12 nella chiesa di S. Giovanni in Saluzzo
- n. 3 nella chiesa parrocchiale di Lagnasco