Nato ad Ovada nel 1862, ultimo di 10 figli, maturò la sua formazione morale e religiosa, sia in famiglia, sia presso i Padri delle Scuole Pie.
Fu allievo del Seminario di Acqui, accattivandosi la stima e l’affetto di superiori e studenti.
Sentendosi chiamato alla vita religiosa, scelse la Congregazione delle Scuole Pie fondata da San Giuseppe Colasanzio.
Fu accolto nel noviziato di Firenze, poi a Roma, dove ebbe come superiore il padre generale dell’ordine; proseguì con lode gli studi letterari, coronati dalla laurea in lettere e filosofia, conseguita presso l’università di Torino.
Ordinato sacerdote il 25 febbraio 1888 a Genova, fu chiamato dai superiori all’insegnamento presso il prestigioso e antico collegio di Carcare.
Quando il padre Mistrangelo fu nominato vescovo di Pontremoli (in seguito cardinale di Firenze) p. Oberti gli succedette nella carica di rettore nel collegio di Ovada, frequentato da oltre settecento giovani.
Successivamente gli fu affidato l’incarico di rettore nel nuovo collegio di Cornigliano Ligure.
Il canonico prevosto di Ovada, teol. Mignone, scrisse di lui: “… Schivo delle amicizie clamorose, faceva sua delizia la chiesa, la scuola e la casa… Da tutti notato per l’indole mitissima e la compostezza abituale”.
Nel concistoro del 16 dicembre 1901, a seguito della nomina di mons. Mattia Vicario a vescovo di Novara, p. Oberti fu preconizzato vescovo di Saluzzo. La consacrazione episcopale fu conferita a Roma nella chiesa di San Pantaleo, il 22 dicembre 1901, dal card. Antonio Respighi, vicario del papa per la città di Roma.
A causa di vicende burocratiche venne ritardato il suo ingresso in diocesi fino al 1° marzo 1903. La cronaca di quel giorno riferisce: “… Il vescovo arrivò a Saluzzo con treno speciale alle ore 15,12. Ricevuto alla stazione tranviaria dalle autorità cittadine e rappresentanze delle varie associazioni con bandiere; il corteo si fermò in Piazza Cavour, dove il vescovo vestì i sacri paramenti, in una cappella all’uopo preparata sotto la tettoia metallica della piazza. Il corteo riprese per Corso Regina Margherita, Via Torino, Corso Carlo Alberto, Cattedrale”.
Per la fausta circostanza si provvide all’illuminazione elettrica del campanile del duomo con lampade ad arco, lampadine e proiettori a colori della potenza di 20.000 candele. L’illuminazione fu ripetuta per le due sere successive.
All’ingresso del duomo, sulla porta centrale campeggiava un benaugurale saluto composto dal canonico Consoni: “Exellentissimus D. D. Joannes Oberti ab Ovada de filiis divi Colasancti doctor insignis lucerna ardens et lucens in domo Dei trigesimus salutiarum Episcopus suum maius ingrediens templum cleri populique sui magno gaudio, corde pleno reverenter excipitur. Kalendis martii anno MCMIII” (L’Ecc.mo Giovanni Oberti da Ovada, figlio di S. Colasanzio, dottore insigne, lucerna accesa e splendente nella casa di Dio, trentesimo Vescovo di Saluzzo, nell’ingresso del suo maggiore tempio, viene accolto dal suo clero e dal popolo con grande gioia e con cuore aperto).
Mons. Oberti nella guida pastorale della diocesi fece proprie la mitezza unita alla diplomazia.
Al fine di offrire a tutti comodità di servizio religioso fondò nuove parrocchie, superando non poche difficoltà. Favorì il culto dei santi locali e in particolar modo, caldeggiò la devozione alla Madonna che aveva scelto protettrice del suo episcopato .
L’8 dicembre 1929 comunicava alla diocesi la fondazione della rivista diocesana “Bollettino Ufficiale della Diocesi” con l’uscita del 1° numero nel febbraio 1930. Con decreto del 9 giugno 1930 istituì “l’Unione Missionaria del Clero” con annesse le varie opere missionarie.
Nell’ottobre 1930 partecipò alla Diocesi la nomina del Sac. Santino Margaria, parroco di Lagnasco, a Vescovo di Civita-Castellana, Orte e Gallese e confidava: “… che tale nomina gli venne ufficializzata dalla Santa Sede mentre nel mese di Agosto si trovava a Valmala; “per me, continua, la nomina di Mons. Margaria è stato un fiore alpino sbocciato ai piedi della Madonna della Misericordia, sulle alture dei monti di Valmala”. Con grande gioia il 18 gennaio 1931 consacrò vescovo nella cattedrale di Saluzzo Mons. Margaria Santino e i vescovi conconsacranti furono Mons. Olivares, vescovo di Sutri e Nepi, e Mons. Traccherini vescovo di Fesi e antecessore di Mons. Margaria a Civita-Castellana.
Negli anni Trenta, volentieri evidenziava alla Diocesi il decreto della Congregazione dei Santi per l’avviata procedura canonica per la beatificazione del servo di Dio Mons. Edoardo Rosaz, vescovo di Susa. Il motivo di questa comunicazione era perché Mons. Rosaz risiedette a Saluzzo negli anni della sua adolescenza come alunno del collegio tenuto dai Gesuiti. Qui fece la Prima Comunione e ricevette la Cresima, conservando per tutta la vita il più grato ricordo del Collegio e di Saluzzo sino a chiamare la città “sua seconda patria”.
Come vescovo di Susa l’anno 1881 intervenne alle celebrazioni per la beatificazione del Beato Ancina, tra i vescovi intervenuti fu il più brillante e incisivo nel tratteggiarne la figura.
Il 10 maggio 1933 Mons. Oberti prese parte al pellegrinaggio diocesano a Roma per il Giubileo della Redenzione. La cronaca di quei giorni, racconta che il Vescovo instancabile fosse sempre presente a tutte le particolari celebrazioni. Il 24 settembre 1933 Mons. Oberti fu presente all’ostensione della Sindone. I diocesani che per tale avvenimento si recarono a Torino in pellegrinaggio con speciale “tranvai” furono circa 400. Mons. Oberti ebbe il privilegio di essere uno dei quattro vescovi che, insieme al Cardinale arcivescovo di Torino, portarono processionalmente la Sindone fuori della Cattedrale esponendola alla folla che gremiva piazza S. Giovanni.
Nell’autunno del 1934 comunicava alla diocesi la nomina a Vescovo di Cuneo del Sac. Giacomo Rosso parroco di Dronero. Così scrisse:.. “ritornato a Saluzzo dal Santuario di Valmala con pieno il cuore di riconoscenza alla Vergine per le migliaia di pellegrini veduti lassù fervorosamente pregare, mi pervenne la notizia che dal Santo Padre un sacerdote originario di Valmala don Giacomo Rosso era stato designato Vescovo. La consacrazione episcopale del neo-eletto sarà la domenica 3 febbraio 1935 nella chiesa parrocchiale di Dronero. Vi dico ancora che per bontà del S. Padre io sarò il vescovo consacrante; vescovi conconsacranti saranno: Mons. Margaria nativo di Dronero e Mons. Pellegrino vescovo di Bobbio già parroco di Caraglio. Due presuli ben designati a mostrare il vincolo che unisce le due diocesi sorelle: Saluzzo e Cuneo”.
In occasione del centenario delle apparizioni a Valmala Mons. Oberti, nella lettera pastorale del 20 giugno 1934 (festa Madonna Consolata) scriveva: “Lodate Maria, o lingue fedeli! Quest’anno non saprei farvi miglior invito a salire il monte del Chiotto di Valmala che con le parole di sant’Alfonso, devotissimo della Madonna, … cedete all’attrattiva del luogo… lassù cantate le lodi a Maria… lassù vi attende la Vergine della Misericordia… Anch’io sarò lassù ad accogliervi, a rallegrarmi con voi, a presentarvi a Maria per cui mi piace dirvi: venite lassù…”.
Nel 1936, emanò il decreto di erezione canonica del Santuario della Consolata in Saluzzo.
Celebrava le liturgie con maestà ieratica e solenne, dimostrando quanta importanza si dovesse dare alla preghiera, anche nei segni esteriori.
Mons. Oberti amò molto la diocesi ; pochi furono i suoi impegni extradiocesani.
Prudente nel prendere decisioni, ma deciso ed irremovibile nell’attuarle: “Parve talvolta a chi ne sindacava gli atti o troppo energico o troppo remissivo, ma a mano a mano che il tempo trascorreva ci si doveva convincere della giustezza e bontà dei suoi provvedimenti”. Da esperto educatore seppe usare la bontà, l’umiltà e la pazienza non solo tecnicamente ma diplomaticamente. Seppe accostare ogni classe di persone, autorità e popolo e il suo conversare era desiderato per la piacevolezza e la sapienza di cui era largamente dotato.
L’episcopato di Mons. Oberti si protrasse per circa quarant’anni. Nel 1928 celebrò il venticinquesimo anniversario di governo pastorale e nel 1938 il cinquantesimo di ordinazione sacerdotale.
Gli avvenimenti di cui fu protagonista, testimone ed osservatore, furono moltissimi.
Fuori dall’ambiente ecclesiale, nella vita pubblica, si assisteva alle lotte dei partiti politici, talvolta poco benigni verso la chiesa come istituzione e che il più delle volte si identificavano con interessi e convenienze delle singole persone.
Nel trambusto delle idee di cui sopra, ci fu la guerra di Libia, l’uragano della guerra mondiale 1915-1918 e l’avvento del fascismo.
Quando nel 1918 fu applicato il codice di diritto canonico (poi riveduto ed aggiornato nel 1984), mons. Oberti con tatto e senza clamori, cercò di adattare le leggi senza scosse e terremoti, anzi con tanta capacità di attuazione che né clero, né popolo avvertirono in modo traumatico, il cambiamento e le novità.
Particolarmente a cuore ebbe le opere pie cittadine, in special modo: “l’istituto Guglielmini” e “l’ospizio Gianotti”.
L’ospizio Gianotti si consolidò durante la presidenza affidata a Mons. Oberti; infatti aumentò più di due terzi il patrimonio dell’Istituto e, mentre inizialmente poteva accogliere appena 20 ragazzi, con una casa donata all’Istituto divenne capace di ospitare circa 40 ragazzi, i quali venivano avviati, terminata la scuola, all’artigianato del legno presso la ditta “A. Bertoni” vanto e decoro della città.
Il “pio Istituto Guglielmi” dovette in quegli anni la sua totale esistenza a Mons. Oberti. Alla sua morte l’Istituto ospitava circa 40 giovanette orfane o abbandonate. Inizialmente era privato, fondato dal Canonico G. B. Guglielmi; per la grave infermità di cui fu colpito il fondatore l’Istituto nel 1915 stava per cessare la sua attività. Il Vescovo preoccupato per la sorte di queste fanciulle, procurò che l’Istituto potesse continuare la preziosa attività; perciò nello stesso anno versò £ 18.000 per erigerlo in ente morale. Con atto notarile del 1919 Mons. Oberti fece donazione all’Istituto di una casa, diventata sede dell’ente, con l’assegnazione di un libretto della Cassa di Risparmio di £ 10.000. Nel 1936 donò £ 100.000 affinché l’Istituto avesse maggiore facilità nel proseguire il suo compito. Con atto notarile del 29 marzo 1939 aggiunse ancora l’offerta d i£ 300.000. Per tanta munificenza il Consiglio di Amministrazione deliberò in data 11 maggio 1939 di aggiungere al nome del primo fondatore il nome di Mons. Oberti. La delibera fu approvata con decreto del Re in data 16 ottobre 1940 – XIII E. F. Così la primitiva denominazione “Ricovero Guglielmi” fu cambiata in “pio Istituto Guglielmi – Oberti”. Nel suo testamento (16 novembre 1942) Mons. Oberti legava all’Istituto £ 100.000 con l’obbligo al Vescovo pro tempore di Saluzzo di provvedere per il servizio religioso del Pio Istituto, senza gravare sul bilancio dell’opera.
La diocesi di Saluzzo si preparava a festeggiare il suo quarantesimo anniversario di episcopato, quando nell’agosto del 1942, in Val Po, al santuario di Crissolo, si fratturò il femore.
Il suo fisico robusto e gagliardo dovette cedere alle inevitabili conseguenti sofferenze. Dopo lunga agonia si spense alle 18.30 di lunedì 23 novembre 1942.
Le sue spoglie mortali dopo il rito di sepoltura presieduto dal Card. Maurilio Fossati assistito dall’episcopato piemontese, trovarono riposo nella cripta dei vescovi in cattedrale.

Ordinazioni sacerdotali conferite da Mons. Oberti dal 1903 al 1942: sono state 282 di cui

Le sacre ordinazioni vennero conferite: