Alfonso trascorse la giovinezza plasmando la sua cultura a Roma, dove il padre era senatore.
Godette la stima dei papi Leone X e Clemente VII . Tornabuoni, uomo di vasta cultura, strinse amicizie ed intrattenne scambi culturali con molti studiosi dell’epoca.
Il papa Clemente VII lo nominò vescovo di Saluzzo consacrandolo il 16 settembre 1530. L’anno seguente prese possesso della diocesi e nel 1533 intraprese la visita pastorale alle parrocchie delle valli Po, Grana, Maira, Varaita.
Nelle sobrie annotazioni riguardanti tale visita, si può evincere il richiamo-prescrizione circa le sacre suppellettili ed il restauro dei sacri edifici, richiamando al dovere d’onestà e di giustizia di quanti erano nominati dalla comunità parrocchiale a provvedere alla buona conservazione dei beni ecclesiastici. Degna di nota è l’annotazione riguardante la collocazione del Tabernacolo nelle chiese. Il vescovo raccomanda che esso sia collocato nel muro o che sia addossato a quello del coro (in quei tempi con il termine coro si intendeva tutta l’area circostante l’altare maggiore). Infatti, il Tabernacolo, sovente di pietra o di marmo lavorato, si trovava sul lato sinistro di chi entrava in chiesa, accanto all’altare maggiore, di modo che il sacerdote, celebrando rivolto verso l’assemblea, veniva ad averlo alla propria destra: “… Fieri unam custodiam pro Santissimo Corpore Christi a latere dextro altaris ecclesiae… ubi dicitur evangelium”.
Mons. Tornabuoni assolvette a molteplici e delicati incarichi diplomatici presso la repubblica di Genova, il re di Francia e di Spagna.
Resse la diocesi per circa 16 anni; nel 1546 fu trasferito alla sede vescovile di Borgo San Sepolcro in Toscana, ove morì nel 1577.